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I potenziali vantaggi di un'allocazione strategica nel debito dei mercati emergenti per gli investitori europei

Spieghiamo perché il debito dei mercati emergenti potrebbe meritare uno sguardo più attento da parte degli investitori europei, in quanto offre rendimenti cedolari interessanti rispetto ad altre asset class obbligazionarie con una volatilità inferiore a quella dei titoli azionari.

In breve

  • Riteniamo che gli investitori europei dovrebbero prendere in considerazione un'allocazione strategica nel debito dei mercati emergenti (debito emergente). 
  • Il debito emergente consente agli investitori di assumere un'esposizione alle economie più dinamiche; inoltre, l'asset class è maturata in termini di dimensioni del mercato, liquidità e qualità del credito. 
  • La bassa correlazione tra il debito emergente in valuta locale e il debito emergente in valuta forte suggerisce che un approccio misto è ottimale. 
  • Il debito emergente offre potenziali vantaggi in termini di diversificazione all'interno di portafogli più ampi, per via della bassa correlazione con altre asset class.

Dopo un anno tumultuoso per i mercati dei capitali nel 2022, nel 2023 gli investitori dovranno probabilmente affrontare un contesto di maggiore incertezza. Non mancano, tuttavia, gli sviluppi favorevoli: l'inflazione inizia ad attenuarsi, le banche centrali stanno rallentando il ritmo della stretta monetaria e le valutazioni obbligazionarie in molti settori sono diventate interessanti.

In questo contesto, il debito emergente potrebbe meritare uno sguardo più attento da parte degli investitori europei, in quanto offre rendimenti cedolari interessanti rispetto ad altre asset class obbligazionarie con una volatilità inferiore a quella dei titoli azionari.

Gli investitori europei hanno familiarità con gli investimenti nei mercati emergenti, che però sono spesso poco presenti nei portafogli. Proprio come l'azionario dei mercati emergenti, il debito emergente consente agli investitori di assumere un'esposizione ad economie caratterizzate da una crescita e una produttività superiori a quelle dei mercati sviluppati. Inoltre, il debito emergente è maturato notevolmente come asset class negli ultimi 30 anni. All'inizio degli anni '90 l'indice comprendeva pochi paesi e l'asset class era percepita come una proposta ad alto rischio a causa delle crisi registrate tra la metà di quel decennio e i primi anni 2000. Oggi molti emittenti dei mercati emergenti presentano solidi profili debitori e una qualità creditizia migliore che in passato. Inoltre, con la crescita delle dimensioni del mercato nel suo complesso, che hanno raggiunto i 4.700 miliardi di dollari circa,1 si è registrato un aumento della liquidità in termini di spessore e ampiezza, e il debito emergente rappresenta oggi quasi il 16% dell'universo obbligazionario globale.

Il debito emergente può essere suddiviso in due sottoclassi principali: il debito in valuta forte e il debito in valuta locale. Per debito emergente in valuta forte si intende il debito emesso principalmente in USD, ma anche in euro e yen. Il debito emergente in valuta locale si riferisce al debito emesso nella valuta nazionale dell'emittente. Le posizioni nel debito emergente in valuta forte possono essere coperte in euro o lasciate senza copertura. Quanto al debito emergente in valuta locale, la copertura valutaria è spesso impraticabile a causa delle complessità e dei costi del processo. 

Quali sono le principali caratteristiche di portafoglio del debito emergente? 

Nel considerare un'allocazione nel debito emergente, è importante comprendere le caratteristiche di volatilità e correlazione dell'asset class. Spesso si presume che il debito emergente in valuta locale sia più volatile di quello in valuta forte. Tuttavia, il profilo di volatilità dipende dalla valuta di riferimento dell'investitore. Come mostra la Figura 2, negli ultimi 10 anni il debito emergente in valuta locale ha evidenziato una volatilità più elevata per gli investitori statunitensi, con una media dell'11,4% a fronte di una volatilità del 9,0% del debito emergente in valuta forte nello stesso periodo. In termini di euro, tuttavia, la volatilità del debito emergente in valuta locale è stata molto più contenuta, attestandosi al 9,2%, in linea con quella del debito emergente in valuta forte senza copertura, pari anch'essa in media al 9,2%. La copertura dell'esposizione in dollari associata al debito emergente in valuta forte ha ridotto leggermente la volatilità complessiva al 9,0%.

Dalla Figura 3, che mostra le correlazioni tra le diverse categorie di debito emergente, si rileva un potenziale vantaggio di diversificazione tra il debito in valuta forte e quello in valuta locale con una correlazione di circa 0,7, che varia leggermente in funzione del fatto che il debito emergente in valuta forte sia coperto in euro o meno.

Valutazione del debito emergente in un portafoglio denominato in euro 

Per analizzare i potenziali vantaggi di un'allocazione nel debito emergente all'interno di un portafoglio denominato in euro, abbiamo stimato i rendimenti potenziali che un investitore operante in euro potrebbe ottenere nei prossimi 10 anni. Partendo dai rendimenti cedolari correnti, abbiamo apportato le necessarie rettifiche per tener conto dei costi di copertura, dei tassi di default e del deprezzamento delle valute alla luce delle attuali condizioni di mercato. Abbiamo quindi stimato la volatilità sulla base dei dati storici e calcolato gli indici di Sharpe attesi, come descritto nella Figura 4.

Sulla base di queste ipotesi, abbiamo analizzato diverse combinazioni di debito emergente in valuta locale e in valuta forte, come mostrato nella Figura 5. 

Notiamo che gli indici di Sharpe più elevati si registrano in un intervallo compreso tra il 40%/60% e l'80%/20% di debito emergente in valuta forte/locale, e che gli indici di Sharpe dei portafogli misti sono leggermente superiori a quelli dei portafogli non misti. Questa sinergia è il risultato della bassa correlazione tra il debito emergente in valuta forte e quello in valuta locale, come abbiamo visto nella Figura 3. Questo ci porta a concludere che un portafoglio misto 50/50 di debito emergente in valuta forte e valuta locale è potenzialmente un buon punto di partenza per gli investitori in euro che desiderano assumere un'esposizione all'asset class. 

Anche se i calcoli riportati nella Figura 5 presuppongono che il debito emergente in valuta forte sia coperto in euro, va notato che abbiamo ottenuto risultati analoghi utilizzando debito emergente in valuta forte senza copertura. Agli investitori operanti in euro suggeriamo di coprire l'esposizione al debito emergente in valuta forte in un'ottica strategica, ma di lasciare un sufficiente margine di manovra per ridurre la copertura in chiave tattica se le condizioni di mercato lo giustificano.

Integrazione con altre asset class

Un altro fattore da considerare è la correlazione del debito emergente con altre asset class comunemente detenute nei portafogli denominati in euro, come illustrato nella Figura 6.

Queste correlazioni, che vanno da 0,42 a 0,79, indicano che il debito emergente può potenzialmente contribuire a diversificare il rischio di un portafoglio più ampio.

Conclusioni

Riteniamo che gli investitori europei potrebbero voler prendere in considerazione un'allocazione strategica nel debito dei mercati emergenti. Il debito emergente consente agli investitori di assumere un'esposizione alle economie più dinamiche; inoltre, l'asset class è maturata in termini di dimensioni del mercato, liquidità e qualità del credito. La bassa correlazione tra il debito emergente in valuta locale e il debito emergente in valuta forte suggerisce che un approccio misto potrebbe essere quello ottimale. Il debito emergente offre anche potenziali vantaggi in termini di diversificazione all'interno di portafogli più ampi, per via della bassa correlazione con altre asset class.  

 

Note

1 Fonte: J.P. Morgan, capitalizzazione di mercato del JPMorgan EMBI Global Index, del JPMorgan CEMBI Broad Diversified Index e del JPMorgan GBI-EM Global Diversified Index, al dicembre 2022, convertita in euro.

2 I rendimenti stimati in valuta forte si basano sui rendimenti cedolari degli indici JPMorgan EMBI Global Diversified e JPMorgan GBI-EM Global Diversified al 30/12/2022, rettificati come indicato di seguito per riflettere il costo stimato della copertura dell'indice in valuta forte, la media storica a lungo termine dei tassi di default e di recupero e il differenziale di inflazione previsto tra l'Eurozona e i paesi rappresentati nell'indice in valuta locale. Tasso di default stimato sulla base della media ponderata delle insolvenze annuali nette in valuta estera sui titoli sovrani con rating AA, A e BAA dal 1975 al 2021. 

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