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Spunti di riflessione mensili sui mercati azionari

Un’analisi dei trend e delle dinamiche dei mercati azionari globali.

Ross Cartwright
Lead Strategist, Investment Solutions Group

 

 

In breve

  • L'ampiezza (o piuttosto la ristrettezza) del mercato
  • Banche — di nuovo sotto pressione 

L’ampiezza (o piuttosto la ristrettezza) del mercato

L’S&P 500 e il Nasdaq hanno entrambi toccato nuovi massimi la scorsa settimana. L’ipotesi è che si tratti di un mercato rialzista. Tuttavia, quando questi movimenti sono determinati da un calo dei volumi o da una leadership ristretta, gli investitori farebbero bene a restare cauti. Piper Sandler riferisce che negli ultimi mesi ha osservato una flessione costante del numero di gruppi industriali che hanno raggiunto nuovi massimi di 26 settimane, nonostante la performance positiva degli indici. In un contesto di mercato solido, gli investitori si aspettano una maggiore ampiezza, che riflette la crescita degli utili e stime previsionali positive in tutto il mercato.

Secondo FactSet, l’S&P dovrebbe evidenziare una crescita degli utili dell’1,6% su base annua nel 2023. Se si escludono gli utili dei Magnifici Sette, l'indice avrebbe subito un calo di circa l’8%. All’interno dei Magnifici 7, iniziamo ad osservare un andamento divergente di Tesla (un chiaro ritardatario) rispetto a Meta, Nvidia e Amazon, che hanno guadagnato terreno grazie a risultati positivi, e a Microsoft, in costante aumento. Forse sarebbe ora più corretto chiamarli i Fantastici 4. Questo ci riporta alla ristrettezza, che ormai si è estesa anche alle megacap. Possono queste aziende continuare ad accrescere i propri utili mentre gran parte del mercato azionario, nonostante la solidità dei dati economici, va incontro a difficoltà, che si aggravano con il diminuire della capitalizzazione? 

La mancanza di ampiezza significa che più segmenti del mercato si trovano sotto pressione. Ciò che bisogna chiedersi è se le cause della debolezza osservata in altre aree del mercato finiranno per interessare anche le megacap oppure se entreremo in un periodo di consolidamento e di crescente divergenza a livello di risultati, man mano che le valutazioni di questi titoli aumenteranno e il resto del mercato si metterà al passo. A nostro avviso, questo assetto rafforza la necessità di concentrarsi sulla qualità degli utili e dei cash flow, senza dimenticarsi del prezzo che si sta pagando.

Banche — di nuovo sotto pressione

Questa settimana ci sono state ricordate le difficoltà che affliggono il settore dell'immobiliare commerciale (CRE) e le loro implicazioni per le banche di minori dimensioni. L’istituto regionale statunitense New York Community Bancorp (NYCB) ha comunicato ingenti perdite sui prestiti immobiliari commerciali, mentre sia Deutsche Bank che la giapponese Aozora Bank hanno incrementato gli accantonamenti per le perdite su crediti in ragione della loro esposizione all'immobiliare statunitense. Se da un lato i proprietari di immobili hanno cercato di prorogare i prestiti sperando in un miglioramento del contesto dei tassi, dall’altro hanno dovuto fare i conti con livelli di occupazione più bassi e una flessione del valore degli immobili. Secondo Bloomberg, le banche si troveranno con circa 560 miliardi di dollari di prestiti nell’immobiliare commerciale che giungeranno a scadenza entro la fine del 2025, pari a più della metà del debito immobiliare totale in scadenza in quel periodo. I prestiti CRE rappresentano ben il 28,7% degli attivi delle banche di minori dimensioni. 

Sarà questo il proverbiale "canarino nella miniera di carbone"? Se così fosse, almeno tutti ne sono al corrente. Nel caso di NYCB, la banca ha dovuto affrontare anche un aumento dei requisiti patrimoniali dovuto al suo ampliamento dopo l’acquisizione di Signature Bank. Tuttavia, le perdite su crediti e l’incremento dei relativi accantonamenti servono da monito e mettono in evidenza i continui problemi di cui risente l'immobiliare commerciale e la difficoltà nell'identificare i prestiti a rischio. 

Il CRE non è un insieme amorfo di beni. I due prestiti che hanno messo in difficoltà NYCB erano entrambi associati a edifici situati nella città di New York. Nel comparto immobiliare, ogni asset è diverso in termini di posizione e capacità di immettere nuovo capitale. Si tratta di un settore che si muove lentamente e ciò dà ai proprietari il tempo di trovare soluzioni. I rifinanziamenti e le rivalutazioni hanno un impatto sui diversi detentori di asset in momenti e con risultati diversi. I depositanti potrebbero essere meno propensi a ritirare i propri capitali dalle banche al giorno d’oggi, alla luce delle misure di protezione sui depositi adottate dalla Federal Reserve statunitense dopo la mini-crisi bancaria del marzo 2023. Ciò dovrebbe contribuire a garantire la stabilità. Potremmo assistere a un crollo delle banche statunitensi di minori dimensioni? Sì. Tuttavia, sebbene il rischio sia elevato, non sembra trattarsi di un problema sistemico per il settore. Ad ogni modo, è sempre più importante essere selettivi e comprendere le dinamiche dell'esposizione di ciascuna banca all'immobiliare commerciale.

 

Le opinioni espresse nel presente documento sono quelle di MFS Investment Solutions Group, un’entità interna alla divisione distribuzione di MFS, e possono differire da quelle dei gestori di portafoglio e degli analisti di ricerca di MFS. Queste opinioni sono soggette a variazioni in qualsiasi momento e non vanno considerate alla stregua di una consulenza di investimento fornita dal Consulente, di una raccomandazione di titoli o di un'indicazione delle intenzioni di trading per conto di MFS.

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